Sia che siate amanti dell’arte oppure no, qualunque sia la durata del vostro soggiorno a Firenze, una visita alla Galleria degli Uffizi, è d’obbligo.
Si tratta infatti del più antico museo d’Europa nonché uno dei più importanti musei al mondo per la sua collezione di pitture antiche (dal medioevo all’età moderna) e sculture antiche.
Giotto, Simone Martini, Piero della Francesca, Beato Angelico, Filippo Lippi, Botticelli, Mantegna, Correggio, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Caravaggio, sono solo alcuni degli artisti di cui potrete ammirare la bellezza dei loro capolavori.
Gli oltre 4 milioni di turisti all’anno provenienti da tutto il mondo, ne fanno una delle attrazioni di Firenze veramente da non perdere.
Proprio perché così affollate, vi suggeriamo di acquistare il biglietto on line, in modo da arrivare pronti per la visita.
Risparmierete tempo, che potrete dedicare alle opere d’arte, e soprattutto fatica. Eviterete così di iniziare la vostra visita già stanchi!
Mettete in conto, per vivere l’esperienza al massimo, di dedicare alla Galleria degli Uffizi non più di 2-3 ore.
Superato questo tempo diventa davvero impegnativo.
Non è possibile visitare il museo tutto in un solo giorno. La quantità di cose da vedere è davvero immmensa.
L’ideale è arrivare già con le idee ben chiare su cosa volete vedere.
1. Come raggiungere la Galleria degli Uffizi
Gli Uffizi si trovano nel cuore di Firenze, tra Piazza della Signoria e il Ponte Vecchio.
Trovandosi nel centro della città sono in ZTL (zona a traffico limitato), pertanto potete raggiungerli solo a piedi oppure in taxi.
- Se arrivate a Firenze in treno, dalla stazione di Santa Maria Novella raggiungerete la vostra destinazione con una piacevole passeggiata di 15-20 minuti.
Lungo il tragitto avrete modo di ammirare monumenti e negozi e avrete un primo assaggio di questa splendida città. - Se invece arrivate in macchina dovrete lasciare l’auto fuori dalla zona a traffico limitato e poi raggiungere gli Uffizi a piedi o in taxi.
Gli orari
La Galleria è aperta Martedì – domenica 8.15 -18.30
Chiusi tutti i lunedì 1° Gennaio, 1° maggio, 25 dicembre
2. La storia
Gli Uffizi non sono sempre stati adibiti a museo. Infatti, come fa capire il suo nome, la loro prima funzione era quella di ospitare gli uffici (uffizi) amministrativi giudiziari della città di Firenze.
Furono infatti commissionati a tale scopo da Cosimo de Medici, primo granduca di Toscana Giorgio Vasari, suo artista di fiducia.
I progetto di quest’ultimo prevedeva un edificio dall’aspetto elegante e severo e dalla struttura a forma di U con un portico a colonne doriche. La sua costruzione
comportò la demolizione di molti edifici che si trovavano sulla riva destra dell’Arno, a monte di Ponte Vecchio.
Lo stesso Vasari costruì il corridoio (corridoio vasariano) che collega, attraverso gli Uffizi, Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti, passando su Ponte Vecchio e attraversando numerosi edifici prima di sbucare nel Giardino di Boboli.
Quando morì il Vasari (1574) la direzione dei lavori passò ad Alfonso Parigi e Bernardo Buontalenti che completò l’edificio, raccordato alla Loggia dei Lanzi nel 1580.
FRANCESCO I
Si deve al granduca Francesco I, figlio di Cosimo I l’allestimento della Galleria, situata all’ultimo piano dell’edificio. Il braccio ad est della loggia ospitava una serie di statue antiche e busti. Lungo il corridoio si apriva invece la Tribuna, ambiente ottagonale progettato dal Buontalenti, che doveva ospitare i tesori delle raccolte medicee.
A partire da allora le collezioni di opera d’arte divennero sempre più cospicue.
Anna Maria Luisa de’ Medici
Quando si estinse il ramo principale dei Medici, a metà del XVIII secolo, tutto il patrimonio corse il rischio di andare perduto. Fortunatamente Anna Maria Luisa de’ Medici, ultima discendente diretta, con il Patto di Famiglia imposto al nuovo granduca designato nel 1737, legò per sempre l’eredità medicea alla città di Firenze. il documento era corredato con l’inventario preciso di tutte le collezioni.
Queste dovevano servire “per l’ornamento dello Stato, per l’utilità del pubblico e e per attirare la curiosità dei forestieri”
Granduca Pietro Leopoldo
Fu Pietro Leopoldo, della casa degli Asburgo-Lorena, ad aprire al pubblico nel 1789 la Galleria, riorganizzandola totalmente secondo i nuovi criteri di catalogazione sistematica dell’Illuminismo.
Fece dividere le raccolte per tipologia e le destinò a sedi specifiche: per quelle scientifiche venne addirittura creato il nuovo Museo di Fisica e Scienze Naturali, conosciuto come la Specola.
Durante il XIX secolo, parecchie statue rinascimentali, che davano il nome alla Galleria delle Statue, vennero spostate al Museo Nazionale del Bargello.
Alcuni pezzi etruschi invece, trovarono posto al Museo Archeologico.
Infine, per tutto il XX secolo pinacoteca si è arricchita di molte opere provenienti dai patrimoni di chiese e conventi, oltre che da donazioni e acquisti.
3. Cosa vedere alla Galleria degli Uffizi
- Il Tondo Doni di Michelangelo
- L’Adorazione dei Magi e l’Annunciazione di Leonardo da Vinci
- La Battaglia di San Romano di Paolo Uccello
- La primavera e la Nascita di Venere di Botticelli
- I dipinti di Federico da Montefeltro e Battista Sforza di Piero della Francesca
- La Madonna Ruccellai di Duccio
- La Madonna di Ognissanti di Giotto
- Il Battesimo di Cristo di Andrea del Verrocchio
- La Madonna del Cardellino di Raffaello
1. IL TONDO DONI DI MICHELANGELO
Realizzato da Michelangelo Buonarroti, è databile intorno al 1504.
Si tratta di uno dei capolavori indiscussi del maestro fiorentino ed uno dei primi esempi di manierismo.
Venne commissionato da una ricca famiglia di banchieri e si propose come magistrale rappresentazione della Sacra Famiglia in tempera grassa su tavola. Nel Tondo l’arte scultorea dell’artista si traspone sulla pittura, in una delle rare opere pittoriche di Michelangelo (oltre agli affreschi realizzati durante il periodo romano dell’artista nella Cappella Sistina).
Una bellissima cornice, in legno a motivo intrecciato, impreziosisce ulteriormente il dipinto.
2. L’ADORAZIONE DEI MAGI DI LEONARDO
L’adorazione dei magi fu una delle tematiche ampiamente trattato dal repertorio artistico dell’arte fiorentina del 1400.
Anche Leonardo da Vinci si cimentò nella rappresentazione della famosa scena biblica, con un dipinto ad olio su tavola. Ma lo fece cambiando lo schema narrativo e mostrando una scena del tutto differente da quelle della tradizione: l’artista, infatti, concentra la scena sul Bambino e sulla sua natura divina. Il simbolismo degli elementi che incorniciano la scena (come gli ulivi e le palme) un chiaro rimando alla futura storia di Gesù Cristo, danno al dipinto una carica interpretativa originale e magistralmente studiata.
3. L’ANNUNCIAZIONE DI LEONARDO
Leonardo rivisitò in una nuova chiave interpretativa anche la scena religiosa dell’Annunciazione, con un dipinto ad olio e tempera su tela databile attorno al 1475.
Il quadro rappresenta l’iconico momento dell’annuncio dell’angelo a Maria, ambientato però in un ambiente esterno, presumibilmente proprio fuori casa della Vergine.
I personaggi della scena sono raffigurati con plasticità e rigore mostrando l’attimo subito successivo all’arrivo dell’angelo e dalla stasi e l’accettazione da parte di Maria del proprio destino.
Grande profondità e prospettiva vengono date con il sapiente uso del colore e delle luci, utilizzate soprattutto nel paesaggio che fa da scenografia alla scena.
4. LA BATTAGLIA DI SAN ROMANO DI PAOLO UCCELLO
Si tratta in realtà di un dipinto diviso in tre scene raffiguranti le storiche battaglie della storia del popolo fiorentino. Il quadro complessivo non esiste ma sono tre diverse sezioni dello stesso quadro divise tra il museo degli Uffizi, il Louvre di Parigi e la National Gallery di Londra.
Il dipinto, databile al 1438, raffigura la scena del Disarcionamento di Bernardino della Ciarda ed è un vero e proprio capolavoro di prospettiva e tecnica pittorica.
Non potete andare via dagli Uffizi senza passare ad ammirarlo!
5. LA PRIMAVERA DI BOTTICELLI
La primavera di Botticelli rappresenta una scena mitologica, con numerosi personaggi abilmente inseriti in un contesto naturalistico ampiamente dettagliato e curato. Databile attorno al 1482 è certamente una delle opere che più rappresentano il Rinascimento italiano.
Negli anni si è dibattuto molto su quale sia il vero messaggio del dipinto e sono state date diverse interpretazioni. Tuttavia ancora oggi, aleggia sull’opera un grande mistero e non si conoscono i reali motivi che spinsero Botticelli a scegliere proprio quei personaggi e non altri.
L’abile uso del colore e la chiave umanistica che prevale su tutte come possibile interpretazione del dipinto lo hanno reso uno dei quadri più famosi dell’artista e del panorama fiorentino.
6. LA NASCITA DI VENERE DEL BOTTICELLI
Non si può pensare alla Primavera del Botticelli senza pensare immediatamente all’altra opera simbolo della pittura rinascimentale fiorentina, ovvero la Nascita di Venere.
Il quadro, sospeso tra allegoria e mitologia, ne è una chiara estensione: li accomunano infatti sia i personaggi legati all’antica mitologia, sia le numerose possibili interpretazioni di diversa matrice.
Ispirato alle Metamorfosi di Ovidio, la scena rappresenta la nascita della dea che, sospesa su una conchiglia in mezzo al mare, viene servita da un’ancella e accarezzata dai venti e da una pioggia di delicate rose. La tecnica e i materiali utilizzati impreziosiscono ancora di più quella che ad oggi risulta essere la prima vera rappresentazione pittorica su grande tela del panorama fiorentino.
Non lasciatevi sfuggire quest’opera quando venite a visitare la Galleria degli Uffizi!
7. I DIPINTI DI FEDERICO DI MONTEFELTRO E BATTISTA SFORZA DI PIERO DELLA FRANCESCA
Il celebre Doppio ritratto dei duchi di Urbino, ospitato nella Galleria degli Uffizi, risale ad un periodo che va dal 1465 al 1472.
Furono proprio i due coniugi a commissionarlo a Piero della Francesca, che lo realizzò come dipinto ad olio su tavola.
I personaggi sono ritratti di profilo, con sguardo fiero e solenne cercando probabilmente di elevarli ad un rango superiore, quasi divino.
Il contrasto tra i colori tenui e delicati dello sfondo in lontananza e i colori accesi dei personaggi è abilmente studiato dall’artista per creare una sorta di sospensione e metterne in mostra l’importanza.
Molto probabilmente una volta i due dipinti appartenevano ad un unico quadro.
Oggi invece sono esposti separati.
8. LA MADONNA RUCCELLAI DI DUCCIO
Chiamato anche la Madonna dei Laudesi, raffigura la Madonna col Bambino in una scena che suggerisce maestosità e imponenza.
Databile al 1285, il dipinto è in tempera e oro su tavola che mostra una Madonna insolita, raffinata, quasi sorridente contornata da numerosi angeli che sembrano quasi incorniciare la coppia divina. Ogni personaggio mostra un’ampia espressività dai toni docili e accondiscendenti.
Il quadro è spiccatamente ispirato alla cultura pittorica bizantina, sia per quanto concerne l’utilizzo e la scelta di materiali e colori che per quanto riguarda proprio la scelta dei soggetti raffigurati in modo assolutamente insolito per l’arte italiana fiorentina dell’epoca.
9. LA MADONNA DI OGNISSANTI DI GIOTTO
Questa pala d’altare venne realizzata nel 1310.
Si tratta di uno dei primi dipinti che rompono le tradizioni pittoriche incentrate sul pieno rispetto dei canoni bizantini dell’epoca.
Giotto, seguendo la su inclinazione a realizzare opere ben studiate e magistralmente strutturate, ricrea il celebre tema della Madonna con Bambino riponendo la coppia divina in uno spazio definito rappresentato dal trono che ne conferma la maestosità.
Il quadro è innovativo anche per la scelta di umanizzare i personaggi attraverso gli sguardi devoti degli angeli e per la madonna che, tenendo in braccio il Bambino, con sguardo fiero e sicuro gli prende la piccola manina, in un gesto d’affetto assolutamente nuovo al genere.
10. IL BATTESIMO DI CRISTO DI ANDREA VERROCCHIO
L’ artista realizzò il dipinto nel 1470 nella sua bottega con la collaborazione di altri artisti praticanti presso di lui, tra i quali Leonardo da Vinci.
L’opera mostra la famosa scena evangelica in modo assolutamente innovativo ed originale con una struttura particolare che, partendo dalle mani divine che concedono il battesimo a Cristo, irradia tutta la scena dall’alto verso il basso, in una composizione magistralmente strutturata.
I volti provati dall’evento e la presenza di aureole su tutti i personaggi, sono simbolo della divinità e della purezza, e caricano di grande importanza religiosa e spirituale tutto il quadro.
11. LA MADONNA DEL CARDELLINO DI RAFFAELLO
Il dipinto ad olio, probabilmente databile al 1506, è una delle maggiori opere di Raffaello Sanzio, nonché una delle più innovative raffigurazioni della Vergine Maria.
Raffigurata in un momento intimo di estrema umanità, la Vergine è intenta a seguire Gesù e San Giovannino nei loro primi anni di vita mentre giocano con un cardellino. La plasticità della scena e la scelta di colori in contrasto dall’alto valore simbolico (il rosso che è la passione di Cristo e il blu rappresentante la Chiesa), uniti alla grandissima espressività dei personaggi rende tutto il dipinto una delle opere più mature e complete dell’artista fiorentino
Nel 2018 alla Galleria degli Uffizi sono state aperte le sale dedicate al Caravaggio e ai pittori del Seicento.
Sono 8 stanze dallo sfondo cremisi che permettono di ammirare le opere del Caravaggio (tra cui Scudo con testa di Medusa, Bacco con la coppa del vino e il Sacrifico di Isacco), ma anche tele di altri grandi del ‘600 come Artemisia Gentileschi, Velasquez, Van Dyck e Rubens.
Nel 2021, inoltre, sono state inaugurate una serie di nuovi spazi dedicati al Cinquecento, dove sono ospitate 129 opere mai esposte se non in modo temporaneo.
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